Sinossi
Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile.
Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile...
Autore
Cormac McCarthy, all'anagrafe Charles Joseph McCarthy Jr. (Providence, 20 luglio 1933), è uno scrittore, drammaturgo e sceneggiatore statunitense.
Figlio di un avvocato di successo e terzo di sei figli, McCarthy nacque a Providence, nel Rhode
Island,
il 20 luglio 1933. Si trasferì con la famiglia nel Tennessee nel 1937, dove, a Knoxville,
frequentò
una
scuola cattolica. Nel 1951 iniziò a frequentare l'Università del Tennessee, ma due anni dopo si
arruolò
nell'esercito, dove rimase per quattro anni, due dei quali passati in Alaska, dove condusse
anche un
programma radiofonico. Nel 1957, tornato nel Tennessee, riprese l'università, durante la quale
scrisse
due racconti (Wake for Susan e A Drowning Incident) pubblicati in un giornale di studenti (The
Phoenix),
che gli valsero ciascuno il premio Ingram-Merril, nel 1959 e nel 1960.
Nel 1961 sposò Lee Holleman, da cui ebbe un figlio, Cullen. Lasciati gli studi senza laurea, si
trasferì
con la famiglia a Chicago, ma al ritorno in Tennessee, nella Sevier County, il matrimonio finì.
Il
primo
romanzo di McCarthy, Il guardiano del frutteto, giunse all'editore Random House, poiché si
diceva
fosse
l'unico di cui McCarthy avesse mai sentito parlare. Albert Erskine, già editor di William
Faulkner,
lo
prese in carico tra i suoi autori e avrebbe continuato a pubblicarlo per vent'anni. Nel 1965,
grazie
a
una borsa di studio data dall'American Academy of Arts and Letters, si imbarcò sul «Sylvania»,
con
l'intento di visitare l'Irlanda. Qui si innamorò di Anne De Lisle, la cantante della nave, con
la
quale
si sposò l'anno seguente, in Inghilterra.
Dello stesso autore
La nostra recensione!
23/01/18
Cormac McCarthy è uno dei miei autori preferiti, inutile girarci intorno. Credo di aver cominciato a
rendermene conto con "Suttree", il terzo romanzo che lessi tra i suoi, e di essermene poi persuaso
completamente con la "Trilogia della Frontiera", opera dalla bellezza assoluta e devastante, come la
prima forma di vita organica su un pianeta inospitale.
È un autore difficilissimo, per cuori duri e puri come dico sempre, una persona con una percezione
chiarissima, istintiva, dell'universo insondabile intorno a noi. Cormac McCarthy ha trascorso gran parte
della sua vita al limitare del deserto e conosce l'inospitalità della Terra, comprende perfettamente
come ogni forma di vita, calore, solidarietà, siano movimenti contrari alla logica delle cose, prestiti
preziosi, fuochi fatui.
Ombre in bilico sull'entropia più nera.
È devastante, ma anche bellissimo. Conferisce un valore immenso e prezioso all'esperienza umana. Nei
suoi testi tutto diventa struggimento, poiché ogni cosa un giorno non sarà più, mai più.
Proprio In "La Strada" quel giorno è arrivato...le fine del mondo, dico, e saranno un padre e un figlio
straordinari a portare avanti la fiaccola della speranza (a portare il fuoco), il senso di essere umani
in un mondo completamente disumano, disumanizzante, disumanizzato. Un padre stratosferico, una delle
figure più nobili della letteratura tutta, la cui gentilezza e incrollabile pazienza verso il figlio
sono estremamente dolorose da constatare, perché frutto della consapevolezza più amara: la vita, da
sola, in questo mondo terrificante, è già punizione sufficiente per questo bambino.
Un romanzo immenso, che pure si legge in poche ore ed è talmente fruibile da essere diventato a buon
diritto un best seller mondiale. Cormac McCarthy, autore fin qui difficile, erudito, ostico, ha mollato
gli ormeggi e ha scelto di divulgare il suo messaggio a chiunque desideri cimentarsi quel poco. Tutti lo
conoscono o lo possono conoscere, ora. Basta leggere queste 210 paginette. E io ne sono parecchio
geloso, lo ammetto. Non è facile condividere qualcosa che ci è così caro.
Te lo ricordi quel bambino, papà?
Sì, me lo ricordo.
Secondo te, sta bene quel bambino?
Ma certo. Secondo me sta bene.
Secondo te si era perso?
No. Non credo si fosse perso.
Ho paura che si fosse perso.
Secondo me sta bene.
Ma chi lo troverà se si fosse perso? Chi lo troverà, quel bambino?
Lo troverà la bontà. È sempre stato così. E lo sarà ancora.